Le mancanze.
Nel mondo fisico azione produce reazione. Nel mondo psichico se non do la spinta
c’è una conseguenza al negativo, non solo assenza ma mancanza di qualcosa.
L’inconscio registra le cose al positivo, si rifiuta di raccogliere ciò che manca. Rintracciare le
tracce di ciò che è venuto a mancare. Si conserva la traccia di qualcosa che è accaduto, anche
negativo, ma l’assenza no.
Il negativo non solo come opposto al positivo, ma può essere utilizzato.
Per i Greci: dialettica del contrasto – India: numeri negativi – -2 x -4 = +8 come un negativo diventa
un positivo.
Freud: l’inconscio, una volta positivizzato , reso cosciente avrebbe dato la possibilità di curare.
Apoptosi è il suicidio cellulare (es foglie che cadono), un meccanismo distruttivo può essere
costitutivo.
Difficoltà dell’inconscio di accettare il negativo, analogamente alla comprensione del negativo in
matematica.
In psicoanalisi:
– negativo come equivalente dell’inconscio una cosa che una volta portata alla luce apre la
strada della psicoterapia
– l’insieme delle difese psichiche, respingere, la negazione, la proiezione, una cosa proibita o
inaccettabile, tutto ciò che rifiutiamo
– esiste una forza antivitale negativa che tende alla morte: pulsione di morte o Thanatos che
non è solo un impulso distruttivo. Eros forza che aggrega, Thanatos forza che disaggrega
Freud: come immagine fotografica, dal negativo al positivo. Introduzione alla psicoanalisi – pg
455 – 1915. Nel 1932, vol. 11 parte oscura, inaccessibile della nostra personalità, non c’è
organizzazione, no leggi, pensiero logico, né spazio, né tempo, né bene né male, né moralità.
Processi primari: no tempo, no spazio euclideo, processi secondari: principio di identità, di non
contraddizione, terzo escluso.
Non accettare che non ci sia qualcosa, non accettare la negazione; non la contempla, ma l’avverte,
non registra le tracce di ciò che non è accaduto.
Arto fantasma, schema che rifiuta una mancanza.
Esiste una pulsione autodistruttiva, masochismo, ma quali eventi possono sollecitarla?
La rappresentazione nell’inconscio di ciò che non è accaduto. Un fatto accaduto a due anni non
sarà noto, ma potrà emergere dopo.
Le separazioni, i distacchi, le perdite sono potenzialmente positive, si sviluppano le capacità
simboliche, muovono la crescita.
È ciò che non è accaduto senza poter essere pensato che è negativo. Posso fare il lutto di ciò che
mi è venuto a mancare ma pensato.
TRACCIA se c’è è facile elaborare, se non c’è difficile. Ogni oggetto che cerchiamo è u oggetto
perduto: ritrovare il buon rapporto con il seno.
Trauma di perdita così precoce da non poter sviluppare traccia di ciò che è mancato. Quando
manca la funzione che ci dovrebbe essere, es. madre presente ma che non dà sostegno.
Storia infinita: il nulla che avanza: perdita della madre, processo di elaborazione del lutto.
Punti negativi, in terapia si è come attratti..
In psicoanalisi è più facile sperimentare un senso di vuoto.
La matematica aiuta a pensare il senso di vuoto. Le cose cambiano di significato a seconda del
posto che occupano, es 123 è diverso da 321. anche in psicoanalisi le cose cambiano a seconda della
relazione. 0 è mancanza di quantità, è un concetto negativo. Con lo 0 la mancanza diventa una
presenza. Una cosa non c’è o c’è qualcosa. L’elaborazione di ciò che non c’è stato è un gran lavoro,
si passa dalla negazione al suo riconoscimento. Senza lo 0 non si può passare al negativo.
Riconoscere ciò che non abbiamo avuto, questa cosa non è accaduta: spinta di un processo
elaborativo che ti mette verso il credito. – 4 non vuol dire solo che non si ha niente, ma che manca
qualcosa, che si va a debito.
Connettere, elaborare la mancanza, stabilisco un legame particolare con ciò che mi è mancato,
vado al positivo. Non ho avuto una madre buona, incontro una ragazza buona è un’esperienza
correttiva. Il terapeuta non può diventare la madre buona che il pz non ha avuto. Si può fare
un’esperienza correttiva,sostenere un’esperienza mentale, lo collochi dentro di te in una relazione
diversa. Disporre in una relazione particolare ciò che ti è venuto a mancare.
Sapere cosa manca, che valore ha evocare un problema che il pz non porta? Il pz può accettarlo
razionalmente, però esiste la possibilità di usare ciò che è mancato, la soluzione è sempre
individuale. Essere cauti nel toccare i punti dolenti. Non si sviluppa un IO che ti consente di
sopportare le frustrazioni nella vita. Troppa protezione o assenza di protezione? Entrambe. Nucleo
doloroso a cui non ci si può avvicinare. “come ti senti dentro”, “in questo momento tu senti che stai
andando in pezzi”, “tu senti fisicamente…” , questi vissuti sono a livello corporeo, “senti freddo,
contratture” usare il linguaggio fisico. Dopo dici “”l’esperienza che non puoi pensare”.entrare solo
empaticamente con un vissuto, non va spiegato, non interpretato, è un rischio di sollecitare risposte
negative e che non si possa fidare. Rinunciare a capire di più e a pensare come il pz andrà a finire.
es. pz bisessuale: rinuncia a pensare che lui debba correggere la cosa, lui cerca la stessa cosa negli
uomini e nelle donne. Imparare a stare più da solo, senza l’altro, dipendenza mortifera. Se mi manca
lui sento il vuoto: empatizzare, entrare in sintonia, io non lo so come uno può andare a finire, ma
sento che qui ci sono punti molto dolenti. Aiutare a trovare una diversa relazione interna, tu non
neghi ciò che ti è mancato, si può trovare una forza. Punto di forza. TU SOPRAVVIVI. Ritrovare
con l’oggetto reale di oggi quell’oggetto primitivo che no hai avuto, ma in altro modo, cioè nella
forma originaria che ti è mancata, trovare una relazione diversa dentro di te, la terapia come
esperienza riparativa.
Regressione: si può favorire una esperienza regressiva che ti consenta di tornare su lla
REGRESSIONE BENIGNA .
REGRESSIONE MALIGNA blocco nel comportamento regressivo. Terapie che non finiscono mai
o una ripresentazione di una sintomatologia. Apprendere dagli insuccessi. Non posso essere la
madre liberatoria, ad alcuni basta ad altri no.
PULSIONE DI MORTE base del masochismo, comportamento sempre punitivo. Di fronte al poter
migliorare spesso si torna indietro. Usare il fallimento per colpevolizzare i genitori. Vittime, ma non
piacevolmente soddisfatte, il piacere sta nel vendicarmi di te. Piacere di punirti. Solo se mi sento
liberato e cambio la relazione del volerti punire e prendo l’energia della liberazione e la metto al
servizio di cose punitive. Un’esperienza negativa può diventare un fatto positivo, ogni volta è una
cosa a sé. Il senso di colpa è tanto forte quanto più si esprime la pulsione di morte (Freud).
Non l’andiamo a ricercare solo nella situazione di oggi ma nel modo come dentro al pz si è
registrato mentalmente ciò che è accaduto. Che fantasma ha nella testa di ciò che è accaduto. La
traccia storica non ci interessa.
Non ha sperimentato la solitudine. Dire: tu stai andando a pezzi, devi essere consapevole, avere la
misura di andare in pezzi, allora tu cerchi qualcosa, se non ce l’hai vai in pezzi, andare dentro al
modo di andare in pezzi, hai avuto un’esperienza di dolore che non hai tenuto dentro. Se riesci a
tenerla dentro. Avere una umana partecipazione temi di andare in pezzi, allora ti leghi a x, se x non
c’è vi in pezzi. Fermati, se stai fermo un po’ senza x o y ne esci rinforzato. C’è una possibilità di
moltiplicazione, posso aiutarti a trovare la tua.
Il terapeuta deve avere fiducia nelle capacità del pz. E si capisce quando si fa meno fatica, senti che
il pz diventa un collaboratore, che fa da sé. Quando sperimenti il dolore hai la fiducia di poterlo
tollerare,- x – diventa positivo
disorganizzazione del sé, allora non si può metabolizzare un’esperienza, anche se terribile – pz che
dice non esisto ecc.
Simbolico, bisogna sentire quello che hai perso, allora lo cerchi in altro modo simbolico. Qui non
c’è una cosa, se vivi una cosa che manca puoi andare in pezzi, cose concrete con cui cerchi di
riempire. Accanto al riempire c’è la rabbia, quando dici qui è mancato qualcosa allora è simbolico.
Non vengo, vengo, non posso non venire: rinforzo, riconoscere ciò che è mancato.
È attraverso la mia mancanza che la pz è venuta in contatto con la parte di dolore. (il mio errore con
Maddalena)
MEMORIA IMPLICITA, VISSUTO NON PENSATO ciò che hai sperimentato senza saperlo.
INCONSCIO: è arrivato, ma fai operazioni rimozione ecc.
FORCLUSO: non è mai arrivato alla coscienza
LIVELLO PREDIPICO questa cosa non si può fare perchè proibita, SENSO DI COLPA, condotta
masochistica, analisi interminabile, tu hai un meno che è un debito, io sono in debito e debbo
pagare.
LIVELLO EDIPICO la colpa esplode di più, colpa consapevole, quando la colpa è forte c’è la
PULSIONE DI MORTE
Freud Al di là del principio del piacere
ENTROPIA tendenza alla disgregazione. Non è vero che l’istinto di vita sia più forte all’inizio della
vita, i vecchi diventano forte, es in adolescenza si è deboli.
ISTINTO DI MORTE come utilizzarlo in terapia? La Klein l’ha utilizzato come fatto clinico, è
l’invidia, siccome c’è l’impulso autodistruttivo in noi, quale è la difesa: buttarlo fuori, è INVIDIA,
l’attacco al seno buono, metto in te una cosa distruttiva così salvo me stesso. Un pz che punge il
terapeuta, non perchè è il terapeuta, ma perchè lui è lì, pungere materialmente si deve reagire, se punge
simbolicamente, allora il terapeuta lo accetta.
Forze disgregative possono essere positive se sono attaccate all’Eros, le forze distruttive sono parte
della natura, se non distruggi tu non cresci mai.
Il punto è quando non riusciamo a distruggere il modo in cui io mi difendo dalla costruzione del
vuoto. Fermare il comportamento compulsivo, così sperimenti il dolore che ti permette la
costruzione di altri equilibri. Non confondere la costruzione come demone, serve alla crescita. Nelle
terapie rivive la traccia attraverso l’esperienza