La separazione e il divorzio fra psicologia e diritto.
Programma:
1) Separazioni conflittuali. Una visione tra psicologia e diritto.
Mercoledì 3 dicembre, condotto dalla Dott.ssa Maria Letizia Rotolo e dall’Avv. Francesca Ursoleo.
2) Separazioni e figli. I nuovi partner possono causare pregiudizio?
Mercoledì 10 dicembre, condotto dalla Dott.ssa Anna Aiello e dall’Avv. Francesca Ursoleo.
3) Figli di fronte la separazione: vissuti ed esperienze di bambini e ragazzi.
Mercoledì 17 dicembre, condotto dalla Dott.ssa Ambra Cavina e dall’Avv. Francesca Ursoleo.
Ingresso gratuito.
I Seminari si svolgeranno presso Casa Larga, Via del Carpentiere 14, Bologna.
Orari degli incontri: dalle 21:00 alle 23:00.
Descrizione
La separazione e il divorzio, ormai sempre più diffusi in Italia, rappresentano un momento delicato per le famiglie perché coinvolgono aspetti sia legali sia anche psicologici e relazionali, con la conseguenza che l’avvocato si trova a collaborare con lo psicologo.
E’ importante quindi che le due figure professionali agiscano in maniera interdisciplinare per aiutare le famiglie a livello affettivo, relazionale, psicologico e strettamente legale al fine di gestire al meglio il proprio intervento in tali materie.
Per le famiglie questo ciclo di seminari può offrire un punto di riflessione su temi viste da ambedue i punti di vista, in stretta collaborazione. In particolare saranno trattati temi che coinvolgono le separazioni “normali” ma anche quelle conflittuali. Come muoversi in tali situazioni, quali sono le problematiche più diffuse e quelle nuove. Naturalmente sarà dato ampio spazio alle informazioni legali in maniera semplice e comprensibile, soprattutto riguardo alle novità in giurisprudenza. Molti degli interventi dei relatori riguarderanno le separazioni con figli e le problematiche che concernono in tale ambito.
In questi casi diventa importantissimo distinguere il ruolo genitoriale da quello coniugale. Inoltre bisogna sempre distinguere la separazione e il divorzio legale dalla separazione e divorzio psicologico.
Nelle separazioni difficili molte persone sperano che con una separazione o un divorzio si libererà per sempre dell’ex-coniuge privandolo anche di vedere i figli tuttavia questo comportamento è altamente negativo nei confronti di questi ultimi.
Primo seminario Separazioni conflittuali. Una visione tra psicologia e diritto. 3 dicembre 2014
Dott.ssa Maria Letizia Rotolo e Avv. Francesca Ursoleo
Fino a qualche anno il problema delle separazioni coniugali e il relativo disagio dei minori veniva visto come a un esclusivo problema delle famiglie che si separavano: ignorando dunque quale potesse essere l’effetto di tutto il “macrosistema” che si occupa delle separazioni coniugali, sulle problematiche stesse della famiglia che si separa.
Ogni anno migliaia di bambini entrano nel tunnel della conflittualità coniugale e giuridica: le loro sofferenze, e quelli dei loro genitori, sono in sensibile aumento.
Da questo punto di vista, basti pensare ad esempio all’emergere della PAS, la Parental Alienation Syndrome – un’entità nosografica descritta da Gardner e rivista nel DSM V (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) oppure alla Sindrome del genitore malevolo, descritta da Turkat I.D.
Lo psichiatra statunitense Richard A. Gardner, nel 1989, descrisse queste situazioni di violenza psicologica cui sono sottoposti i figli di genitori la cui relazione di coppia sia molto conflittuale, con la PAS. Egli parlò di “manovre attuate con successo dal genitore affidatario per alienare il figlio dal genitore non residente” rilevando che il bambino “dopo essere stato sottoposto a un efficace condizionamento, è dominato dall’idea di denigrare e disapprovare uno dei genitori in modo ingiustificato e/o esagerato” e ne rifiuta la frequentazione”.
Si tratta di una condizione clinica cui si sta recentemente prestando attenzione, seppur sempre esistita, che con l’aumento delle separazioni ad alta conflittualità sta emergendo come una forma di abuso sui minori sempre più diffusa.
Il DSM è un manuale che esibisce diagnosi categoriali, fondamentale per dialogare tra professionisti nel porre le diagnosi delle patologie psichiatriche e che possono avere un criterio condiviso.
Nel DSM V la PAS non corrisponde a una “sindrome” né a un “disturbo” psichico individuale definito, né la sua individuazione coincide con un processo psicodiagnostico.
Essa si qualifica piuttosto come un disturbo della relazione tra più soggetti, ovvero in un disfunzionamento familiare al quale contribuiscono il genitore escludente, o “alienante”, quello escluso, o “alienato” e il figlio/la figlia, ciascuno con le proprie responsabilità e con il proprio contributo che può variare di caso in caso.
Spesso al conflitto prendono più o meno attivamente parte anche le famiglie di origine dell’uno e
dell’altro genitore.
In questa prospettiva, la nozione di Alienazione Parentale risulta “distribuita”nel DSM-5 all’interno dei Problemi Relazionali.
Questi sono argomenti che in Italia solo da pochi anni cominciano a essere approfonditi, ma che altrove godono già di grandi, a volte – e ovviamente – strumentali e contraddittori interessi.
In questo seminario ci si occuperà di tali problematiche, tenendo presente tutte le possibili interazioni interdisciplinari tra psicologia e diritto.
Secondo seminario: 10 dicembre 2014
Avv. Francesca Ursoleo, Dott.ssa Anna Aiello
1) Separazioni e figli. I nuovi partner possono causare pregiudizio?
Il modo di essere famiglia nel tempo si è trasformato, tanto che oggi, si parla di “famiglie” dove le scelte sono diventate scelte sentimentali, non più dettate anche da necessità sociali, morali o economiche.
Il modo di essere e fare famiglia è cambiato e così anche il linguaggio e i termini per definire relazioni e i rapporti all’interno di essa: non si parla più di “patrigno” o “matrigna” a cui spesso si associavano connotazioni negative, ma di “padre bonus” o “madre bonus” e le famiglie vengono denominate ricostituite o ricomposte. Nella famiglia tradizionale i ruoli sono chiari e definiti all’origine. Nelle famiglie ricomposte, non c’è questa chiarezza e colui/colei che vive con i figli del partner o li vede spesso può avere difficoltà a collocarsi e a individuare una linea di condotta coerente.
Spesso è importante ricordare che con la separazione non si perde la propria funzione genitoriale, ma questa assume forme e modalità diverse nel momento in cui la coppia non è più tale, e in particolar modo nel momento in cui ci sarà la formazione di una nuova coppia. La nuova esperienza sarà sicuramente più complessa perché i ruoli familiari si moltiplicano, nonostante che alcuni di questi, siano previsti dalla nostra legislazione, non rende questa esperienza meno difficile da gestire emotivamente. Si tratta di una condizione nella quale i rapporti interpersonali mettono in campo emozioni e sentimenti intensi e a volte contrastanti che è necessario riconoscere ed elaborare.
Parlare di ricomposizione familiare è molto diverso a seconda del punto di vista di chi vive questo processo: chi la vede come una nuova opportunità , chi la subisce con sofferenza e rivalità, perché assiste alla formazione della nuova coppia del proprio ex partner e chi vive la problematica della funzione genitoriale da condividere con altre persone.
Quello, che è importante sottolineare, è che non esistono delle norme predefinite di comportamento per impedire che nascano difficoltà all’interno di qualsiasi famiglia sia essa nucleare o ricomposta, perché quando si parla della vita ci sono illimitate contingenze, un’infinità di situazioni che non possono essere racchiuse in un manuale di istruzioni, ma che vanno appunto soltanto vissute, affrontate ed elaborate nella loro unicità, singolarità, particolarità e situazionalità.
– Come presentare ai figli il nuovo compagno o la nuova compagna?
– Sono separata e ho un nuovo compagno: come affrontare l’argomento con mio figlio?
– Come fargli accettare il mio nuovo compagno?
– Nel caso incontrassi la persona giusta come dovrei comportarmi con mio figlio?
– Dopo quanto tempo è giusto presentare un nuovo “amico/a” ai figli?
Sono tante le domande che i genitori si pongono prima di affrontare una nuova relazione dopo la separazione, poiché dietro queste richieste vi è un profondo desiderio e preoccupazione da parte loro di proteggere e rassicurare i propri figli dalle sofferenze che possono in qualche modo intaccare la loro serenità. Nell’incontro si cercherà di affrontare alcune di queste domande sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista legislativo. In particolare l’interrogativo da cui partiremo sarà: I nuovi partner possono causare pregiudizio?
Dove per “pregiudizio” s’intende, una condizione di particolare e grave disagio e/o disadattamento che può sfociare (rischio di pregiudizio) o è già sfociata (pregiudizio) in un danno effettivo per la salute psico-fisica del minore. Tale condizione, obiettiva e non transitoria, non assicura al bambino o al ragazzo i presupposti necessari per un idoneo sviluppo psico-evolutivo e un’idonea crescita fisica, affettiva, intellettuale e mentale.
Spesso i genitori dopo la separazione, non vorrebbero che durante le visite ai figli, con gli ex partner vi sia anche la nuova compagna/o con cui il padre o la madre abbiano intessuto una relazione sentimentale.
Se dal punto di vista legislativo la sezione IX del Tribunale Civile di Milano, con ordinanza del 23.03.2013, esplicita il concetto in modo dettagliato ed esaustivo, osservando che “in assenza di pregiudizio per il minore e adottando le opportune cautele, il genitore ha diritto a coinvolgere il proprio figlio nella sua nuova relazione sentimentale […] ciò a maggior ragione dove il periodo di riferimento non sia quello immediatamente successivo alla separazione (e più delicato) ma quello divorzile a distanza di diversi anni dalla rottura della convivenza madre-padre”, dal punto di vista psicologo i dubbi e le incertezze rimangono molte. In quest’occasione sarà possibile individuare degli stadi generali, degli step o dei passaggi significativi caratterizzati, che si trovano a dover affrontare le nuove famiglie nel loro sorgere, nel loro formarsi e nel loro consolidarsi.
La premessa in questo ambito è che ciò di cui hanno bisogno i figli è sicuramente essere “rassicurati“, chiaramente è un discorso valido per tutti i bambini, ma in particolar modo per coloro che vivono momenti critici come la separazione dei genitori e successivamente la presenza nella loro vita di un nuovo compagno/a dei genitori. I figli hanno bisogno di continuità e stabilità nel vivere quotidiano, proprio perché i cambiamenti e i modi e i tempi di assimilarli sono molto diversi rispetto agli adulti.
Sono loro stessi a richiedere di poter mantenere i rapporti con entrambi i genitori, senza avere troppe difficoltà ad accedervi; vogliono sapere che i genitori cooperano per loro, senza coinvolgerli direttamente nelle discussioni; essere sicuri che in ogni momento possano contare sull’aiuto di entrambi i genitori; ricevere risposte alle loro domande; avere delle figure di riferimento stabili.
Dall’altra parte i genitori separati hanno il bisogno (alcuni) e diritto di rifarsi una vita con un altro partner. Quando saranno pronti ad affrontare una nuova relazione, la cosa importante non è limitarsi o evitare la storia, ma capire che tipo di relazione si tratta.
Occorre rispettare i tempi necessari per elaborare esperienze esistenziali così importanti, come lo scioglimento della prima famiglia e la formazione di un secondo nucleo. Se alcuni bambini si adattano più facilmente, altri invece hanno difficoltà ad accettare una nuova presenza stabile dentro casa. Se poi l’“intruso” cerca di sostituirsi al genitore assente, la sua presenza può diventare inaccettabile. Anche quando disapprovano la scelta fatta dai loro genitori, anche quando pensano che uno dei due abbia torto o non sia un buon genitore, i figli sono restii a “tradirlo” consentendo ad un altro di insediarsi al suo posto (A. Oliverio Ferraris 1997
Terzo seminario:
Figli di fronte alla separazione: vissuti ed esperienze di bambini e ragazzi.
17 dicembre 2014
Dott.ssa Ambra Cavina
Avv. Francesca Ursuleo
Lo sguardo è rivolto al bambino/a nel suo contesto familiare e in particolare al suo posto nella coppia genitoriale e nella famiglia. Questo bambino non è solo il bambino reale, ma anche quello vissuto nell’immaginario della madre e del padre e della coppia; un bambino che non è solo il bambino nella sua soggettività, nelle sue caratteristiche più individuali, ma anche quello che deve adattarsi e modellarsi alle aspettative, ai desideri, alle paure, al dinamismo psichico del singolo genitore e della coppia genitoriale insieme.
Dunque che posto assume il bambino/a di fronte alla fine della coppia genitoriale e alla fine di quella famiglia che riconosceva come propria e dove gli era stato riconosciuto un proprio ruolo? Questo l’interrogativo a cui si tenta di rispondere.
Si vogliono evidenziare le paure, le fantasie e i desideri del bambino di fronte a questa grande trasformazione che coinvolge l’immagine di sé e della coppia genitoriale. Nonostante la velocità del cambiamento culturale, la famiglia nucleare (madre, padre, figlio/a) resta un riferimento sociale e culturale importante per l’individuo, anche solo nell’immaginario individuale e collettivo.
Divenendo un fenomeno sociale comune, la separazione è uscita dalla categoria dell’anormalità, dell’anomalia, della patologia, ma corre il rischio di essere sottovalutata nella sua importanza: si rischia di consegnare questo evento all’indifferenza, disconoscendo la sofferenza e la fatica del bambino e dando per scontato il suo adattamento. Si rischia in questo modo di fare della separazione un evento traumatico.
Si vogliono sottolineare i possibili effetti della separazione sul bambino in base al suo sviluppo psicoaffettivo e alla fase del ciclo di vita che sta attraversando (infanzia, preadolescenza, adolescenza), in particolare di fronte al conflitto genitoriale che spesso precede o accompagna la separazione. È, infatti, la discordia familiare, il conflitto genitoriale in cui è coinvolto il bambino che principalmente mina la sua sicurezza psichica e definisce e ridefinisce il suo legame con ciascuno dei suoi genitori.
Infine, si presenteranno alcune modalità con cui è possibile affrontare la situazione e tutelare il bambino, strategie che possano aiutare i genitori ad affrontare con i figli, i cambiamenti e le emozioni del processo di separazione della coppia genitoriale.
La modalità con cui si arriva alla separazione, quindi il percorso legale che porta al definirsi di quest’ultima, la legislazione che guida e stabilisce le regole del gioco e il come dovrebbe andare a finire, costituiscono l’elemento sociale che interviene nel contesto familiare del bambino e dunque anche nel suo vissuto psichico. di questa, avvolte difficile, situazione.
Associazione Itaca
Sede Legale: Corso d’Augusto 118, 47921 Rimini (RN)
Sede di Bologna.