Se il Training Autogeno di base (T.A.) rappresenta il momento somatico del metodo autogeno, il Training Autogeno Superiore (T.A.S.) e la Neutralizzazione Autogena rappresentano quello psichico.
Gia’ durante l’esecuzione dei 6 esercizi standard (di base, o somatici) appaiono in modo evidente alcune modificazioni funzionali a livello psicologico che preludono alle realizzazioni autogene costituenti i fenomeni tipici del ciclo superiore quali: la passivita’ psichica, il distacco emotivo, l’isolamento sensoriale e alcune modificazioni dello stato di coscienza.
Infatti con la concentrazione passiva sul proprio corpo e’ possibile instaurare con se stessi un dialogo che e’ contemporaneamente somatico e psichico.
E’ con l’ulteriore traguardo definito da Luthe come meditativo che l’inconscio puo’ meglio esprimere i propri contenuti.
Nel T.A.S. il soggetto sperimenta immagini visive di vario tipo, inizialmente confuse, indifferenziate, molto elementari che attraverso l’allenamento si strutturano in modo sempre piu’ chiaro assumendo la forma di oggetti o di persone della vita quotidiana e passando da tonalita’ vagamente colorate a colorazioni sempre piu’ vivide.
E’ dunque evidente che il Training Autogeno Superiore (immagini, colori, oggetti, vissuti…) rappresenta la naturale evoluzione del Training Autogeno di base o somatico.
La Neutralizzazione Autogena e’ una metodica che comprende due tecniche: l’Abreazione Autogena, utilizzabile a vasto raggio, e la Verbalizzazione Autogena, adatta per le problematiche specifiche.
W. Luthe elaboro’ questa metodica di intervento ipotizzando l’esistenza di meccanismi cerebrali autoregolatori, che entrano in azione a seguito dell’allenamento autogeno che muta l’assetto e la funzionalita’ delle strutture nervose.
In tal modo “la normalizzazione autoregolatoria (autogena) trofotropicamente orientata” consente la liberazione delle tensioni accumulate dal soggetto e un progresso nella direzione di un migliore equilibrio interno.
Cio’ naturalmente a patto che si attuino alcune precise modalita’ tecniche, che si possono sintetizzare nel principio di non interferenza del terapeuta.
J.H. Schultz sottolineava che: “Per poter affrontare l’esecuzione degli esercizi del ciclo superiore e’ indispensabile la perfetta conoscenza degli esercizi inferiori e la capacita’ di eseguirli in modo completo, rapido e sicuro”.
E’ evidente quindi la necessita’ di un buon allenamento autogeno, con la capacita’ di realizzare uno stato psicofisico di “commutazione autogena” in modo tale da favorire nel soggetto uno stato di abbandono e un ruolo passivo, definito dall’Autore “accettazione passiva”.
Attraverso il concatenamento dei diversi esercizi proposti, il soggetto produce dei vissuti che, opportunamente interpretati, permettono di svelare e quindi analizzare aree profonde della personalita’, creando occasioni d’integrazione, di sviluppo e di armonizzazione.